Stamani leggevo il blog Collater.al e mi sono soffermato sul loro ultimo articolo in cui @roccorossitto intervistava al Fuorisalone 2012 l’ideatore e inventore del marchio Diesel, Renzo Rosso.
Piacevole l’intervista e i toni di Rosso nel ridisegnare il confine tra una semplice cucina e una cucina con uno stile rock, uno stile che coniuga l’irriverenza di un marchio “giovane” come Diesel con quello di un’azienda come Scavolini che da tempi immemori e di cuccariniana memoria resta tra le cucine “più amate dagli italiani”.
Arrivati alla domanda su cosa il patron della Diesel pensasse sul caso Coca Colla, la sua chiusura a seguito dell’interessamento legale dell’universale marchio di bibite, il buon Rosso sorvola, dribbla, si spertica in un’arrampicata sugli specchi tra la parola ironia e divertimento con il cuore sempre attento alla dignità e alla protezione del marchio, il suo.
Pur essendo l’elefante quello con la mente prodigiosa, questa volta è stato il panda a ricordarsi qualcosa e subito s’è accesso nella testa il motore molesto del dubbio che anima le mie giornate.
Sono andato a spulciare in biblioteca e ho cercato il volume su “Il diritto dei marchi d’impresa. Profili sostanziali, processuali e contabili” di Nicola Bottero e Massimo Travostino e alla pagina 270 ho ritrovato l’esemplificazione del caso Diesel contro Porco Diesel, magliette “ironiche”, che la ditta di Rosso ha fatto cessare di produrre perchè chiaramente lesive della dignità del marchio originale.
Le magliette Porco Diesel erano nate sul portale Fuorissimo.it ed erano commercializzate su diversi altri siti di vendita di tshirt. Ravvisando il giudiche che la violazione del marchio Diesel consisteva sia nella riproduzione del logo sia all’accostamento fuorviante e parodistico dell’identità del marchio originale decise di accogliere le richieste dell’azienda di Rosso pronunciandosi favorevolmente alla richiesta di inibizione e sequestro dei prodotti, nonchè la condanna per contraffazione e agganciamento parassitario dei due titolari delle ditte che producevano le famose maglie incriminate.
Io non mi metto a discutere con un giudice, nè tanto meno posso trovare appunti alla sua condotta in quanto dettata dal rispetto di regole, regolamenti e leggi che non ha scritto in prima persona ma che rispetta come servitore dello Stato. Le sentenze si rispettano e se non si è d’accordo con il giudizio si ricorre presso le sedi opportune.
Il mio appunto va invece proprio a Rosso e alla sua risposta protezionista nei confronti dei marchi di cui egli stesso è un rappresentante.
Non c’è mai una volta che una grande industria non si senta minacciata dalle piccole interferenze che provengono dal sottobosco della creatività e dall’ingegno che tutti possono sviluppare nei confronti di un’idea.
Quando a essere toccati sono gli interessi, perchè sempre di quelli si parla, nel caso specifico i produttori della maglietta incriminata si arricchivano ( ma daiiiiiii ….) sfruttando come parassiti la notorietà conquistata da altri, si ricorre agli avvocati e a un meccanismo di schiacciamento per comprovato schieramento di forze maggiori. Il caso Coca Colla insegna.
Il dubbio che le magliette potessero ispirarsi a Elio e Le Storie Tese e la loro canzone “Super Giovane” fu avanzato dai produttori delle magliette, ribadendo anche che l’espressione Porco Diesel per quanto non elegante era di uso comune anche tra i giovani piemontesi.
Naturalmente sapete già come sono state accolte ed è stata data risposta a queste tesi difensive.
Adesso che ho usato nove volte la parola Diesel in questo articolo mi devo aspettare tragedie legali dall’azienda di Rosso perchè ho sfruttato il suo marchio per far crescere la notorietà di questo blog ricordandogli i suoi reali comportamenti in fatto di protezione del brand ?
Un panda molesto sa aspettare.
Buddy
gran articolo Panda.
PandaMolesto
Grazie Buddy ! Un onore avere il primo commento da uno dei ragazzi di Collater.al 🙂
snacknews
confermo ottimo articolo e pessima figura di Rosso…